CIRCOLARE CONI DEL 4 LUGLIO SULL’USO DEL DEFIBRILLATORE

In relazione al Decreto  Min. 26 Giugno 2017 del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero dello Sport, in tema di “Linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita da parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche”, già pubblicato con G.U. n° 149 il 28/06/2017, il Comitato Olimpico Nazionale Italiano si è pronunciato in data 04/07/2017 con una Circolare che ha ribadito e precisato nel dettaglio le modalità di esecuzione dell’obbligo di “dotazione e impiego” dei defibrillatori semiautomatici, entrato in vigore dal 1° Luglio 2017 (allegato 1)

La Circolare Coni precisa, in particolare, come ad A.S.D. ed a S.S.D. non sarà sufficiente accertarsi e garantire la mera presenza “astratta” di un defibrillatore automatico nell’impianto sportivo utilizzato, dovendo invece le medesime, prima di ogni gara, ed “attraverso un referente all’uopo incaricato”, verificare concretamente che il defibrillatore sia “perfettamente funzionante e regolarmente mantenuto”.  Similmente, prima di una gara, non basterà che l’impianto sportivo dichiari genericamente di avere del personale istruito all’utilizzo del defibrillatore, ma le Associazioni e le Società Sportiva sono tenute già dal 01 Luglio 2017 a verificare in concreto la reale presenza alla gara della persona debitamente formata all’uso del medesimo; e per “persona debitamente formata” il Coni precisa che si dovrà fare riferimento a quanto previsto dall’articolo 5, comma 7, del Decreto Ministeriale 24 Aprile 2013.

Concludendo, la Circolare Coni invita tutte le associazioni e società sportive a conformarsi quanto prima ai nuovi adempimenti, evidenziando come, ferme tutte le eventuali responsabilità di natura civilistica e penale del caso, in assenza di defibrillatore semiautomatico (o a tecnologia più avanzata), l’impianto sportivo diventi ipso facto inutilizzabile, e non sia conseguentemente possibile svolgere alcuna attività sportiva.

Il Comitato Olimpico, infine, evidenzia come tali obblighi non trovino invece applicazione per le gare che si tengano al di fuori degli impianti sportivi, e per quelle a ridotto impegno cardiocircolatorio, elencate nell’Allegato A del Decreto Ministeriale del 26 Giugno 2017 (qui allegato 2)

Scarica i documenti:

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“Sport missione Comune”: 200 milioni di euro per la riqualificazione di impianti sportivi

I progetti definitivi o esecutivi per i quali è possibile richiedere l’ammissione al contributo devono essere destinati a costruire, ampliare, attrezzare, migliorare e ristrutturare, anche in funzione dell’efficientamento energetico e del completamento e messa a norma, impianti sportivi o strumentali all’attività sportiva, anche a servizio delle scuole; sono comprese le piste ciclabili, nonché l’acquisizione delle aree e degli immobili destinati all’attività sportiva.

Sul sito del Credito Sportivo, oltre a tutta la documentazione scaricabile, si legge che “I progetti devono essere muniti di parere favorevole rilasciato dal CONI, si consiglia di attivarsi il prima possibile per il rilascio all’indirizzo web http://cis.coni.it.”

Ciascun ente potrà presentare una o anche più domande, purchè ognuna relativa ad un solo progetto: queste saranno esaminate a sportello fino ad esaurimento delle risorse stanziate.

Attenzione quindi alle scadenze: le istanze dovranno essere trasmesse, a mezzo di posta elettronica proveniente da casella PEC dell’ente richiedente, all’indirizzo PEC [email protected] a partire dalle ore 10,00 del 06/09/2017 e non oltre le ore 24,00 del 28/10/2017.

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Dal 1° luglio obbligo defibrillatori per le attività sportive non agonistiche. Gli ultimi chiarimenti in un Dm Salute-Sport

Dal 1° luglio – e dopo tre rinvii che lo hanno fatto slittare di oltre un anno – entra in vigore l’obbligo anche per le società sportive dilettantistiche del defibrillatore semiautomatico.
 
E gli ultimi chiarimenti per l’applicazione definitiva della legge 189/2012 (la legge Balduzzi) li detta il decreto interministeriale Salute-Sport del 21 giugno su “Linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita da parte delle associazioni e delle società sportive dilettantistiche”.
 
Il decreto chiarisce alcuni passaggi ancora controversi del decreto 24 aprile 2013 “Disciplina della certificazione dell’attività sportiva non agonistica e amatoriale e linee guida sulla dotazione e l’utilizzo di defibrillatori semiautomatici e di eventuali altri dispositivi salvavita” e prevede che l’obbligo di dotazione e impiego del defibrillatore semiautomatico è  da parte delle società sportive dilettantistiche se utilizzano un impianto sportivo che sia dotato di defibrillatore semiautomatico o a tecnologia più avanzata e  sia presente una persona formata al suo utilizzo durante  le gare inserite nei calendari delle Federazioni sportive nazionali, durante lo svolgimento di attività sportive competitive e ‘attività agonistiche di prestazione’ organizzate dagli Enti di promozione sportiva e da altre società dilettantistiche.

Queste dovranno accertarsi sia della presenza dei defibrillatori all’interno dell’impianto sportivo prima dell’inizio delle gare, sia della presenza del loro eventuale utilizzatore, altrimenti si determina “l’impossibilità di svolgere le attività sportive”.
 
Dall’obbligo sono esenti una serie di attività a ridotto impegno cardiocircolatorio e quelle svolte al di fuori degli impianti sportivi per la impossibilità di garantire la presenza del defibrillatore durante il loro svolgimento.
 
Queste attività sono elencate in un allegato al decreto e vanno al tiro a segno con armi sportive da caccia e archi al biliardo, dalle bocce al bridge, dalla dama alle freccette, dalla lippa, morra, birilli e piastrelle al minigolf. Sono esenti anche motonautica e vela, ma quelle radiocomandate, si intende e poi l’aeromodellismo, il tiro a segno, la pesca con la canna, il tiro al volo e attività di questo tipo.
—> Clicca qui per scaricare il testo del Decreto <—

Fonte: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=52099

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SPORT: bandi Regione Veneto

 
Data scadenza: 01/07/2017 23:59
 
 
 
 
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Verona, Vivi lo Sport – 14^ Edizione

L’iniziativa si propone, altresì, di far emergere il ruolo fortemente educativo delle discipline sportive proposte, utile veicolo per diffondere tra i giovani valori quali l’impegno, la costanza, l’amicizia e la solidarietà. 
Gli alunni si cimenteranno in varie discipline sportive tra cui calcio, pallacanestro, pallavolo, scherma, tai-chi, tennis, danza moderna, danza contemporanea, canoa, hockey e arrampicata accompagnati ed assistiti da istruttori qualificati.
Quest’anno, inoltre, i bambini parteciperanno a due momenti di incontro con personale qualificato di  ULSS 9 Scaligera e gli alunni del Liceo Montanari che illustreranno l’alimentazione nello sport e la raccolta differenziata attraverso giochi ecologici.

Informazioni e contatti:

Uffici Cultura e Tempo Libero della Circoscrizione 3^  – via Sogare, 3
Tel. 045/8492323

Dove:

  • Palazzetto dello Sport “Agsm Forum” – Piazzale Atleti Azzurri d’Italia 1 – Verona

Quando:

La manifestazione si svolgerà nei giorni 29 – 30 – 31 maggio – 1 – 5 giugno 2017
dalle ore 9.00 alle ore 12.00

Categoria:

  • Manifestazioni sportive

Organizzato da:

Circoscrizione 3^  con la sponsorizzazione di AMIA, AGSM Consorzio ZAI

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Riportiamo lo sport a scuola!!

La capriola ormai è un problema serio. «In prima media — racconta Sergio Dugnani, docente di Scienze del Movimento all’Università di Milano — due ragazzi su tre non sanno eseguire una capovolta in avanti: si bloccano, contorcono, accasciano su un fianco. Un tempo la capovolta si apprendeva in maniera naturale giocando, tra i 6 e gli 8 anni, dopo aver imparato a rotolare e strisciare. Doverla insegnare a ragazzi di 11-12 anni che pesano già 40 chili significa recuperare un ritardo». Rincara la dose Annalisa Zapelloni, decano dei docenti di educazione fisica romani: «La scomparsa del gioco di strada ha provocato danni incalcolabili. Chi non si è mai arrampicato su un albero o su un muro non ha forza nelle braccia e nelle gambe ed è privo del senso dell’equilibrio. Vedo ragazzini in difficoltà se chiedi loro di saltare a piedi pari una riga disegnata sul pavimento. Non sono disabili: semplicemente non l’hanno mai fatto».

Tutti d’accordo: continuando così, nel 2020 bambini e adolescenti italiani raggiungeranno il grado zero delle capacità motorie. Alle osservazioni empiriche si aggiungono i dati delle (poche) ricerche sul campo. Uno studio dell’Istituto regionale ricerca educativa del Lazio stima che le qualità aerobiche (resistenza) di un adolescente italiano stiano calando dell’1 per cento l’anno dal 2005. «Tanti quindicenni — spiega Mario Bellucci, tra gli autori dello studio — non sanno andare in bici. Di correre non se ne parla, il camminare è ridotto a pochi metri al giorno. Il livello di mineralizzazione delle ossa si abbassa: non è un caso che a scuola tanti ragazzi siano perennemente infortunati. La loro muscolatura è così poco tonica da creare problemi di postura: dopo pochi minuti in piedi devono sedersi. Sono stanchi». Adolescenti col fisico da anziani.

Bocciati in resistenza

Lo Stato non pare interessato a quantificare la profondità del problema. C’è chi prova a sostituirlo. Da oltre vent’anni, all’Istituto Tecnico Gobetti – De Gasperi di Morciano (Rimini), è attivo un Centro Capacità Motorie che sottopone migliaia di studenti a una batteria di nove test. «Lo scopo — spiega Claudio Marchetti, l’ideatore — è creare un punto di riferimento per aiutarli a migliorare nel quinquennio». I risultati degli ultimi anni scolastici sono, però, drammatici. A 15 anni, 58 ragazzi su 100 hanno forza nelle braccia «insufficiente o scarsa», 78 falliscono sul fronte gambe. Bocciati 68 studenti su 100 per la resistenza, 50 in velocità e 47 nella coordinazione. «La valutazione — spiega Marchetti — è sulla media europea. E i risultati peggiorano di anno in anno». «Nessuno — racconta Sergio Dugnani — si occupa più di sviluppare le capacità condizionali dei nostri ragazzi. Assecondati dalle famiglie, considerano lo sport solo come una delle tante opzioni per il loro tempo libero cambiando specialità di anno in anno senza padroneggiarne nessuna. Il gioco nel cortile, quello che permetteva lo sviluppo armonico involontario del corpo, è scomparso. Dal rincorrersi, saltare la corda, lanciarsi la palla ci si è ridotti all’immobilità dell’appartamento e del videogioco».

In questo contesto, sperare in un miglioramento delle prestazioni sportive è utopico. In atletica leggera in Italia solo il 30% dei primati tra gli uomini (il 25% tra le donne) nelle categorie giovanili (12-18 anni) è stato stabilito nel nuovo millennio. In Francia e Gran Bretagna i primati «giovani» sono il 50%, negli Usa il 78% tra gli uomini e il 90% tra donne. I defunti Giochi della Gioventù arrivarono a coinvolgere quasi due milioni di studenti, gli attuali studenteschi solo piccole frazioni.

Se gli studenti delle elementari non giocano più, i nuovi docenti di educazione fisica che dovevano aiutarli a farlo restano sulla carta: i fondi promessi per assumerli non sono mai arrivati. E tanti, comunque, puntano il dito sulla qualità dei laureati prodotti dalle facoltà di Scienze Motorie. «Nel vecchio Isef — continua Sergio Dugnani — si entrava per concorso in base alle capacità atletiche. E dopo tre anni di ginnastica artistica eri pronto a far fare capovolte e salti mortali a un bambino, anche perché sapevi eseguirle tu stesso. Oggi a Scienze Motorie si accede con una batteria di quiz. Ginnastica artistica è materia facoltativa. I nostri laureati potrebbero essere buoni ricercatori, non necessariamente buoni insegnanti. Tra pochi anni mancherà quella figura di docente «pratico» che all’estero producono i licei sportivi. Quelli veri».

I centri di rieducazione motoria

La risposta spontanea della base a questa situazione sono luoghi come il centro di rieducazione motoria allestito dal professor Gianni Alessio nel popolarissimo quartiere del Quadraro, periferia est di Roma. Grazie a un piccolo contributo pubblico e molto volontariato, Alessio ha trasformato il giardino abbandonato della scuola Pavoni. «La nostra è una “smart track” — spiega — un impianto di atletica non convenzionale con 300 metri di pista in tartan, pedane per il salto in lungo e con l’asta e il lancio del peso. C’è un campo da basket, ci sono i muri, le ringhiere, gli alberi dove arrampicarsi. Siamo aperti in orario scolastico e poi dalle 14 a notte fonda, gratuitamente, a bambini, ragazzi, studenti, ex studenti, adulti, ragazzi diversamente abili». Qui è cresciuta Oxana Corso, argento paralimpico nei 100 e 200 metri a Londra. «L’obbiettivo — spiega Alessio — di ricreare spazi che in città non esistono più, impadronirsi delle strutture, gestire il corpo in allegria, all’aperto riscoprendo capacità di cui si è persa la consapevolezza. Non vogliamo creare campioni. La felicità e la sicurezza raggiunta da ragazzino che capisce di avere abbastanza forza nelle braccia per restare appeso al ramo di un albero sono indescrivibili».

Tratto da “Corriere della Sera”, sezione sport

–> www.corriere.it/sport/17_maggio_01/a-scuola-senza-sport-due-ragazzi-tre-non-sanno-fare-capriola-deficit-sportivo-scolastico-36cb75fc-2de3-11e7-b8fc-9ab855dcd23a.shtml

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CONI Verona, corso di formazione gratuito

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Verona, Richieste uso campi sportivi e palestre stagione 2017/2018

La Direzione Sport e Tempo Libero – Edilizia Sportiva del Comune di Verona gestisce vari impianti sportivi e palestre, anche all’interno di alcuni istituti scolastici sul territorio.

Si informa che le richieste per la stagione sportiva 2017/2018 devono pervenire

entro e non oltre il 15 giugno 2017

Le richieste pervenute oltre tale termine verranno prese in considerazione solo per spazi ed orari non già assegnati

Si precisa che le assegnazioni sono subordinate alla regolarizzazione dei debiti pregressi

Informazioni e contatti:

Comune di Verona
Direzione Sport e Tempo Libero – Edilizia Sportiva

Uffici centrali
per: Palestre scolastiche della Provincia – Palestra Masprone – Campo da Calcio Domenico Savio – Campo da Calcio di Via Cimitero – Campo da Calcio di Via Sogare – Campo da Softball di Via Sogare – Impianto Polisportivo Gavagnin – Campi da Rugby di Parona

Palazzo dello Sport
per: AGSM Forum (già Palasport) – Centro Polisportivo Consolini – Centro Polisportivo Avesani – Palestra di Quinto – Palestra Scuola Zorzi – Pala B&C Group e palestra tatami dell’ex Scuola Americana

A chi interessa:

 Società sportive, gruppi ed associazioni interessate all’utilizzo degli impianti sportivi comunali

Come:

Richiesta scritta, su carta intestata della società, firmata dal presidente, a mezzo:

  • allegato e-mail in formato PDF
  • Telefax
  • Posta
  • a mano
  • Posta PEC

Dove:

Comune di Verona
Direzione Sport e Tempo Libero – Edilizia Sportiva

Uffici centrali
Largo Divisione Pasubio 6
37121 Verona

Tel. 045 807 8520 – 8519 – 7692 – 8522
Fax: 045 8078524
Mail: [email protected]
PEC: [email protected]

AGSM Forum

Piazzale Atleti Azzurri d’Italia 1
37138 Verona

Tel. 045 575648
Fax: 045 567786
Mail: [email protected]

Scadenze:
15/06/2017  – Scadenza presentazione domande

Maggiori info: http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=48557#sthash.oW1fjrLA.dpuf

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Verona, richiesta Piste per Atletica Leggera

La richiesta, da presentarsi direttamente presso la sede del Coordinamento Sport e Tempo Libero, dev’essere accompagnata dalla ricevuta di versamento della somma di 50,00 €uro, da effettuarsi sul Conto Corrente Postale 236372, intestato al Comune di Verona – Riscossioni Varie – Servizio Tesoreria (37100 Verona), e dovrà recare, quale causale del versamento, la dicitura “Utilizzo piste di atletica – Entrate al Cap.8150”.

La concessione d’uso ha durata annuale dalla data di rilascio e dev’essere rinnovata compilando una nuova richiesta accompagnata dalla ricevuta di versamento di cui sopra. Agli utenti verrà fornito un tesserino di riconoscimento, personale e non cedibile, che dovrà sempre essere accompagnato, in caso di controlli, da un documento di identità. Il tesserino da diritto all’accesso ad un solo impianto, da indicarsi sul modulo di richiesta.

E’ possibile scaricare il modello aggiornato della richiesta in formato PDF.

A chi interessa:

Tutta la cittadinanza

Come:

Presentando apposita richiesta e versando su bollettino postale la relativa tariffa d’uso di 50,00 €uro.

Dove:

Presso gli uffici del Coordinamento Sport e Tempo Libero

Quando:

Tutto l’anno. Durata della concessione annuale dalla data di rilascio.

 

Allegati
line

Per maggiori info: http://portale.comune.verona.it/nqcontent.cfm?a_id=1938#sthash.WkMpZJmr.dpuf

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Protocollo biennale per promuovere stili di vita sani. Malagò e Cognetti: chi fa sport vive di più

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Presidente di “Insieme contro il Cancro”, prof. Francesco Cognetti hanno firmato oggi – in Sala Giunta – un protocollo d’intesa biennale per promuovere campagne di sensibilizzazione sugli stili di vita sani (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta).  Il documento è stato sottoscritto alla presenza del Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini, del Responsabile di Nado Italia, Leonardo Gallitelli, e di Gianni Letta.

Il 20% dei tumori è causato dalla sedentarietà. I benefici dell’attività fisica sono evidenti e diversi studi hanno dimostrato la sua influenza su alcune delle neoplasie più frequenti: riduce del 12% il rischio di sviluppare il cancro al seno, del 44% al colon retto e del 55% al polmone. In Italia però ancora troppi cittadini non praticano nessuno sport, i sedentari rappresentano il 39,2% della popolazione, pari a circa 23 milioni di persone. “Scienza e sport uniscono le forze in un’alleanza strategica – spiega il prof. Francesco Cognetti -. Complessivamente in Italia ogni anno più di 73mila casi di tumore potrebbero essere evitati grazie al movimento, con conseguenze importanti anche in termini di risparmi. Le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) consigliano circa 150 minuti a settimana, cioè 2 ore e mezza, di attività fisica aerobica, come camminare, correre, andare in bicicletta, a un ritmo moderato-intenso”. “Il movimento fisico esercita effetti preventivi e terapeutici – continua il prof. Cognetti – e può essere paragonato a un farmaco che, opportunamente somministrato, previene gravi malattie come i tumori e ne impedisce lo sviluppo, garantendo considerevoli vantaggi sia ai cittadini che al sistema sanitario. Ricerche dimostrano che i livelli attuali di attività sportiva in Italia fanno risparmiare 1,5 miliardi di euro l’anno al Servizio sanitario nazionale. La pratica sportiva continuativa infatti permette di evitare 25.880 malattie ogni anno (in particolare patologie cardiovascolari, ictus, tumori del seno e del colon retto, diabete di tipo II) e il ricorso a cure che costerebbero un miliardo e 283 milioni. A questa cifra si aggiungono 178 milioni di costi non sanitari. Inoltre se si abbassasse soltanto dell’1% la percentuale di persone sedentarie si otterrebbero ulteriori risparmi pari a 200 milioni di euro l’anno”. Nel 2016 in Italia sono stati stimati 365.800 nuovi casi di cancro e le persone vive dopo la diagnosi superano i 3 milioni.

Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha sottolineato l’importanza di questa sinergia. “Sono molto amico del prof. Cognetti il nostro rapporto va oltre. Ognuno cerca di dare un aiuto ai rispettivi mondi. La firma di questo protocollo rappresenta il punto di partenza per sviluppare  progetti ad ampio raggio, rivolti a tutti i cittadini, con l’obiettivo di promuovere corretti stili di vita e valorizzare l’importanza dell’attività motoria per la tutela della salute. I dati recenti dell’Istat rivelano che la percentuale di praticanti sportivi è cresciuta di un punto e mezzo nell’ultimo anno e di 4,2 punti tra il 2013 e il 2016, aumentando in media di circa 1,4 punti percentuali all’anno. Nel nostro Paese non erano mai stati raggiunti livelli di pratica sportiva così alti. Siamo orgogliosi di questo riscontro ma dobbiamo continuare a lavorare – tutti insieme – per incrementare il trend positivo, con la certezza che questo protocollo d’intesa favorirà il raggiungimento di nuovi traguardi, contribuendo a contrastare la sedentarietà, che interessa ancora milioni di italiani. Per me è motivo di orgoglio considerando il programma che mi ha portato alla Presidenza dell’Ente. E ora dobbiamo fare ancora di più, continuare ad andare nelle scuole, organizzare corsi di formazione. Se fai sport vivi di più e vivi meglio e non si è mai fatta tanta pratica come oggi: lo dicono i riscontri. Dobbiamo trascinare il Sud che abbassa la media, fare qualcosa di diverso sul territorio. È una nuova frontiera che il CONI vuole esplorare per crescere anche culturalmente e deve farlo tra i giovani. Sono sicuro che abbiamo davanti anni destinati a regalarci grandi soddisfazioni in questo senso”.

Gianni Letta ha voluto presenziare all’appuntamento, rinnovando l’impegno al servizio della causa. “Grazie al prof Cognetti perché questa iniziativa concorre al raggiungimento di traguardi prestigiosi a livello sociale nella lotta al cancro. Ho accompagnato la nascita di questa fondazione che riesce a valorizzare l’aspetto sanitario, coniugandolo a quello umano, grazie al coinvolgimento di medici, pazienti e famiglie. Lo sport è uno strumento essenziale più dei farmaci e la sinergia con il CONI favorisce l’accesso alla pratica sportiva, dimostrando che l’Ente è entrato nel tessuto del Paese. Ricordo ancora la presentazione del programma di Malagò e i suoi propositi andavano oltre il perimetro agonistico. Abbracciava il sociale per farne uno strumento di crescita del Paese. È ci è riuscito, questa ne è la testimonianza più vivida”.

Le ultime conferme sul ruolo dello sport nella prevenzione oncologica vengono dalla pubblicazione di due lavori sulla prestigiosa rivista scientifica JAMA. Il primo è un’indagine epidemiologica condotta su circa un milione e mezzo di cittadini negli Usa e nel Nord-Europa che stabilisce una forte correlazione tra attività fisica e riduzione della mortalità per 13 forme diverse di tumore: con un calo stimato tra il 10 e il 42%. A questo si aggiungono i risultati di un’altra indagine che ha scoperto una notevole riduzione del rischio per le neoplasie del sistema digestivo, valutabile intorno al 37%. “Un altro aspetto rilevante, anche se troppo spesso sottovalutato, riguarda il ruolo dell’attività fisica nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi– conclude il prof. Cognetti –. Purtroppo solo il 20-30% di questi pazienti pratica sport al termine delle cure. In realtà i vantaggi sono chiari. Ad esempio al Gastrointestinal Cancers Symposium che si è svolto a San Francisco lo scorso gennaio è stato presentato uno studio che ha coinvolto più di 1.200 pazienti con tumore del colon retto in fase metastatica: la mortalità si è ridotta del 19% e la progressione della malattia del 16% nelle persone che hanno svolto 30 minuti di attività fisica moderata al giorno. E nel tumore del seno l’esercizio regolare riduce il rischio di recidiva di ben il 50% nelle donne con neoplasie ormono-dipendenti, cioè con un alto numero di recettori per gli estrogeni”.

Fonte: http://www.coni.it/it/news/primo-piano/13146-firmato-protocollo-per-promuovere-stili-di-vita-sani-nella-lotta-contro-i-tumori-malag%C3%B2-e-cognetti-chi-fa-sport-vive-di-pi%C3%B9-e-meglio.html

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